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Emily sapeva che quella sarebbe stata per lei l'ultima volta. Lo aveva visto in sogno, lo aveva avvertito sulla pelle, lo dicevano le carte. Quella sarebbe stata la sua ultima notte sulla terra. La sua vita da strega le aveva causato solo un mare di problemi, di grattacapi, l'aveva messa in continuo contrasto con la sua famiglia, per la quale lei non era mai abbastanza..., sempre troppo poco..., ma mai troppo... Insomma, le manceva sempre qualcosa, qualcosa che la rendesse speciale, speciale più degli altri, qualcosa che rendesse la sua magia unica,e all'altezza di una famiglia di streghe e maghi da diciassette generazioni. Quella vita da strega le aveva impedito di avere delle amiche vere, non semplici compagne di stregoneria, più brave di lei. Le aveva impedito di avere un ragazzo, proprio a lei che pulsava d'amore, e che aveva una cotta per Nick Scott dalla seconda media. Ma lei era una strega, aveva diciassette anni, e non aveva tempo per i ragazzi, specie quelli mortali, come Nick, il bellissimo ma umano capo della squadra di pallavolo del vicino liceo di Hillsville, quello che Emily non aveva potuto frequentare, perché era una strega.
Emily aveva dovuto rinunciare a tutto per non deludere le aspettative della sua famiglia, e dell'intera comunità magica. Lei era una Evory, e la sua famiglia di maghi e streghe da diciassette generazioni aveva una tradizione da rispettare, e un onore da mantenere.
E pensare che quelle rinunce non sarebbero servite a nulla, Emily sarebbe morta quella notte, durante il rito di debutto nella comunità magica. Lo aveva sognato, e i sogni di una strega sono avvertimenti, previsioni, non semplici sogni.
Tutto si sarebbe spezzato quella notte, prima che i suoi sacrifici prendessero veramente valore, prima di poter dare il suo primo bacio, magari proprio a Nick Scott. Non mangiò e non dormì per una settimana Emily, lei sapeva che non le serviva più a nulla.
Ebbe il coraggio di fare una unica cosa: lasciare una piccola nota a Nick, sotto il portico di casa sua, nel cestino a forma di tartaruga nel quale Nick nascondeva le sigarette che fumava di nascosto dai suoi genitori.
Nel biglietto, scritto con una calligrafia ordinata ma un po' infantile, e ripiegato con cura e minuzia, Emily spiegava i suoi sentimenti a Nick, senza prolungamenti, e concludeva dicendo che per motivi che non avrebbe mai potuto spiegargli il loro amore non sarebbe mai potuto nascere, nè tantomeno germogliare, come i fiori di lillà che Emily aveva piantato sul sentiero che conduceva da casa sua a casa di Nick. Per l'appunto, la casa del ragazzo non era molto distante da quella di Emily, e il giovane atleta, incuriosito dal messaggio della ragazza, decise di recarsi a casa sua, per saperne di più.
In quel momento Nick Scott non sapeva se provasse già qualcosa anche lui per la sua timida e misteriosa vicina, ma sapeva che qualcosa l'aveva sempre incuriosito, aveva avvertito sempre qualcosa di strano in sua presenza, qualcosa di... magico.
Bussò a vuoto tre volte alla porta d'ingresso degli Evory, e poi, sentendo un forte vociare venire dal giardino sul retro, misto a strani odori e del fumo viola, decise di provare a entrare dalla porta posteriore. Nick non poteva credere ai suoi occhi, una volta girato l'angolo una trentina di uomini e donne vestiti con costumi bizzarri recitavano una sorta di preghiera in una lingua ignota, ricordando a Nick che aveva sbagliato a non iscriversi a più corsi di lingua straniera nell'anno scolastico appena iniziato. Fu in quel momento, che, attraverso il denso fumo, Nick vide Emily, sospesa in aria, con aria molto sofferente, che recitava anch'ella, in uno stato di trance, strane formule incomprensibili.
Nessuno si accorse di Nick, ma lui guardava estasiato e a tratti inorridito lo spettacolo che gli si parava davanti. Emily era sempre più sofferente e sembrava dovesse precipitare da un istante all'altro.
Quello che avvenne dopo fu tutto molto veloce, e Nick quasi non si accorse delle sue azioni. Si era gettato nella folla, superando tutte quelle persone incappucciate, e aveva salvato Emily, che stava precipitando da un'altezza talmente sconsiderata che si sarebbe rotta ogni osso del suo corpo con l'impatto al suolo.
Emily non ricordava nulla, solo di essersi svegliata precipitando da una altezza di oltre 40 metri, e di essersi trovata tra le braccia forti di Nick. Il suo sogno premonitore si era quasi avverato, ma Nick l'aveva salvata da una morte certa, cambiando così in pochi secondi il suo destino, come aveva cambiato ormai da tempo per sempre il suo cuore.
5 streghe (II): non lasciarmi cadere.
Reviewed by spiceboy88
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10/15/2017
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